www.Galeoni.it   Modellismo Navale Statico   di Cascio Beniamino

 

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Vele 

Superficie in tessuto di cotone, nylon, Kevlar o altro materiale, utilizzata per la propulsione di imbarcazioni e navi spinte dal vento. Viene issata tramite cavi (drizze), fissata all'albero per mezzo di cavi o funi (stralli o stragli) e governata con funi dette scotte. Ha generalmente forma triangolare o rettangolare, ed è di solito costituita da sezioni (ferzi) cucite insieme in modo da consentire la massima efficienza aerodinamica. Le vele rettangolari – usate sulle imbarcazioni dette a vele quadre – vengono fissate ai pennoni, aste orizzontali montate sull'albero a varie altezze, in direzione perpendicolare rispetto all'asse dello scafo. Le imbarcazioni a vele di taglio (in cui la velatura tende a essere parallela all'asse dello scafo) adottano sia vele triangolari, in cui uno dei due bordi verticali è fissato all'albero o a uno strallo e quello inferiore è libero o fissato a un boma (asta orizzontale imperniata per un'estremità alla base dell'albero), sia vele trapezoidali, dette auriche, il cui bordo superiore è fissato a un'asta obliqua e mobile, chiamata picco.  
2 NOMI DELLE VELE 
Nelle antiche navi il nome delle vele è determinato dalla posizione che occupavano. Quattro piccole vele triangolari erano fissate tra il bompresso e l'albero di trinchetto; da prua a poppa, i loro nomi sono fiocco all'aria, controfiocco, fiocco di dentro e trinchettina. Fissate ai pennoni di ogni albero, ossia dell'albero di trinchetto, dell'albero di maestra e dell'albero di mezzana, erano sei vele a forma di quadrilatero di differenti dimensioni: quelle inferiori, per ogni albero, vengono chiamate vela di trinchetto, vela maggiore o di maestra e vela di mezzana. Le due immediatamente sovrastanti sono dette, rispettivamente, parrocchetto fisso (o basso) e parrocchetto volante, gabbia fissa (o bassa gabbia), contromezzana fissa e contromezzana volante. Al di sopra di queste si trovano rispettivamente velaccino e controvelaccino, gran velaccio e controvelaccio, contromezzana fissa e belvedere.
Fissate su stralli che dall'albero di maestra vengono tesi verso il basso fino all'albero di trinchetto, si trovavano vele triangolari: a partire dal basso, vela di strallo di gabbia, vela di strallo e vela di strallo di controvelaccio. Talvolta vengono inserite vele di strallo anche tra l'albero di maestra e l'albero di mezzana. Una vela aurica di piccole dimensioni montata sull'albero di mezzana, con boma e picco, si chiama randa.
Una tipica goletta a due alberi, o schooner, porta una vela di strallo e un fiocco a prua dell'albero di trinchetto, a poppa del quale è posta una vela di trinchetto triangolare o aurica, ed eventualmente una controranda tra il picco della vela di trinchetto e l'albero; sull'albero di maestra vi è la vela triangolare o aurica di maestra; si può trovare anche una vela di strallo di gabbia tra l'albero di trinchetto e l'albero di maestra. Le golette e altre imbarcazioni con velatura di taglio, attrezzate con vele di trinchetto e di maestra quadrangolari, vengono dette "a vele auriche"; mentre quelle attrezzate con vele triangolari (vele Marconi o bermudiane) inferite nelle stesse posizioni, vengono chiamate "bermudiane". Talvolta, le golette portano anche una vela quadra inferita su un pennone dell'albero di trinchetto e sopra di essa un'altra quadrangolare, che viene assicurata al pennone sottostante.
Il piano di velatura di un ketch consiste, da prua a poppa, di una vela di strallo, un fiocco, una vela maestra e una vela di mezzana, mentre quello di una yawl consiste di una vela di strallo, un fiocco, una vela di maestra e un jigger. I cutter sono attrezzati solo con vela di strallo, fiocco e vela maestra. In alcuni di questi tipi di imbarcazioni si sostituiscono talvolta il fiocco e la vela di strallo con un genoa, ovvero un fiocco molto grande che si sovrappone da sottovento alla vela maestra o a quella di trinchetto. Quando l'imbarcazione naviga con il vento in poppa, al posto del fiocco e della vela di strallo può essere issato uno spinnaker (generalmente abbreviato in "spi"), leggerissima vela triangolare tagliata in modo da potersi gonfiare tanto che talvolta viene chiamata anche fiocco a pallone, o pallone; viene issata per l'estremità superiore alla cima dell'albero di trinchetto, mentre il suo piede è fissato tramite un'asta mobile (tangone), assicurata all'albero di trinchetto o a quello di maestra. 
3 PARTI DELLA VELA 
Vela terzarolata In caso di mare grosso e vento forte per assicurare una migliore governabilità della barca, viene ridotta la superficie della vela esposta al vento. Questa manovra è facilitata dalla presenza dei terzaroli, particolari dispositivi che consentono di allentare la vela e di fissarla all'alberatura o, Il lato superiore e quello inferiore di qualunque vela quadrangolare vengono chiamati rispettivamente lato di inferitura e bordame o linea di scotta; i lati verticali sono detti cadute. Gli angoli inferiori, cui si fissano le scotte, si chiamano bugne.
Nelle vele auriche impiegate sulle imbarcazioni attrezzate con vele di taglio, il lato di inferitura della vela viene fissato al picco; l'angolo superiore del lato di inferitura si chiama penna, l'angolo inferiore rivolto verso l'albero prende il nome di mura, mentre l'angolo della vela all'altro lato del bordame si chiama bugna. Il lato della vela fissato all'albero è la caduta verticale. Il bordo esterno libero della vela è conosciuto con il nome di caduta poppiera o balumina. I lati delle vele da taglio triangolari vengono chiamati caduta verticale o inferitura, bordame e balumina; gli angoli sono detti penna, mura e bugna.
Molte vele sono dotate di terzaroli, ossia dispositivi per ridurre l'area della vela esposta al vento in caso di tempesta. La manovra viene solitamente effettuata grazie a una serie di cimette o piccoli cavi, chiamati matafioni dei terzaroli, presenti in doppia fila su ciascuno dei lati della vela parallelo al pennone o al boma. Quando viene terzarolata, la vela viene allentata e una parte di essa viene serrata lungo il pennone o il boma e assicurata legando i matafioni attorno alla vela raccolta e all'alberatura.
La struttura a ferzi incrementa la robustezza della vela e impedisce eccessive tensioni; inoltre le vele vengono rinforzate da corde, chiamate ralinghe o gratili, cucite nei lati di inferitura, oltre che aggiungendo ulteriori strati di tessuto agli angoli sottoposti a maggior sforzo. Per rinforzare il lato di balumina, vi vengono inserite trasversalmente stecche elastiche e resistenti. Per fissare le scotte e le drizze, vengono distribuite lungo il bordo delle ralinghe alcuni occhielli, o bose, che possono però anche essere ricavati all'interno del tessuto della vela e rinforzati con anelli di metallo o di corda. 

 

 

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